Nietzsche

Cesare Liberatori

Sai faccio come i velieri amo la luce delle stelle
Muoio a Roma perché ho preso il latte dalle sue mammelle
Poi farò come i soldati quando tornan dalle guerre
Le racconterò ai nipoti nonostante le abbia perse
Figlio di Mauro, figlio di Roma
Un chilo di terra ed un chilo di vento
L'unico rapper che c'ha due lauree
Una in filosofia ed una in filo di ferro
Guarda smonto gli imperi di carta
Usando la lingua di Jar Jar
Giovane rapper tu che dovevi sconfiggerli
Ma sei finito a sposarne la causa
Orwell che ne direbbe? cazzo ne so provalo a leggere
La mia grammatica ha un numero in genere
Differenziarsi per numero e genere
Sono ostinato e pacifico
Un vero talento a bruciare il momento fatidico
Predestinato ma spirito libero
Bocca di fregna e appetito da onnivoro
Lei che mi guarda fuori tempesta
Qua si fa festa alla corte di Francia
Solo chi soffre ne parla
Non sei più grosso se fai cento chili di panca
Rispetto il karma finché sto in credito
Si sono dedito a un'anima piatta
Ma dico basta se la tua sorte è nefasta
Non puoi dar la colpa alla casta
L'ansia l'unica forza motrice
Non ti girare con dietro Euridice
L'avessi fatto da calcolatrice
Non avrei fatto ste tracce su Nietzsche
Non mi interessa più quello che dice
Non c'è valore nel farla felice
Ora punto la matrice, via la vernice
Cazzo quanto mi si addice
Sai faccio come i velieri amo la luce delle stelle
Muoio a Roma perché ho preso il latte dalle sue mammelle
Poi farò come i soldati quando tornan dalle guerre
Le racconterò ai nipoti nonostante le abbia perse
Vengo dal monte, vengo dal fronte
Non sono il rapper da casa di fronte
Non sono il rapper da casa di carta
So il rapper da barca, rapper di Caronte
Rapper mi asciugo la fronte
Le acque profonde ne guado la fonte
Il rapper da piazza lo manderò a casa
Col rapper da piazza Navona e le sue caldarroste
So il latino come Tito come Polibio parlo greco
Quoque Bruto sul quaderno
Si vis pacem para bellum
Scavo il marmo Donatello
Finirò come è finito Otello
Questo non fa rime fa il fotomodello
Il bello è che urlano scrivendo in stampatello
Io non gioco il gioco lo modello
E loro con le teste basse sul proprio orticello
Mentre questi giocano al duello
Ho ucciso il drago e anche la principessa nel castello
Porterò l'anello tanto di cappello
Vendi musica con tanto di cartello
Ricordi casa Vianello
Io che squarcio il cielo con il simbolo del pipistrello
Uso il ferro sulla musa
Tanto poi la sposerò da bravo menestrello
A tavola che la minestra è calda
Che soffiarci sopra è il vostro passatempo
Z come Zarathustra
L'ultimo chiamato nell'appello
Sempre meglio della G di Giuda
Mentre giura che non ha messo denari nel borsello

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