Monte

Jacopo D'Amico

Ieri ho guadagnato ma
Ora non so più rifarli
Dal monte carichi si va
Diretti al Monte di Carlo
Io questo business qua
Non so mica come lo si fa
E da un monte Di Venere ricado direttamente al Monte di pietà

Niente di personale, è tutto perdonato, sì
Ma secondo me ti stai pippando il talco mentolato
Tira tira quella mano, saluto romano
Non è facile lavorare con le parole che rimano
E magari ti offendi
E magari anch'io, e me ne vado al Tropico
Quasi quasi è realizzabile
Quasi quasi è utropico
Resto, investo in sofferenza
Ma che fai? Tu soffri gratis, se se ne accorge Spotify
Minchia, se n'è accorto, siamo rovinati
Andiamo dall'analista
Paghiamo quanto meno cento euro
Per farci guardare quasi dentro
E sentirti dire: "Sei un inetto"
Se è per quello, per esempio, costa molto meno un biglietto
Per l'Italia antica, e ti fa lo stesso identico effetto
L'italia sono delle regioni
Con un accento a volte marcato
Mariti a volte violenti
E molta musica a buon mercato
Si sa, la discografia è in discesa
Io attendo la ripresa
E brucio i legni della chiesa
Per scaldarmi nell'attesa
Di un ritorno alle origini
Alle copie originali
Nel frattempo mi accontento di complimenti orogenitali
Conservando un brutto aspetto
Perché, come ho detto, appunto aspetto
Le grandi occasioni dormendo su un piccolissimo divano letto
Nemo propheta in patria, come Gulliver, come il Papa
Io ho la residenza in una sauna
Isolata, tipo razza sarda
E non è una coincidenza, senza sauna anch'io sarei finito male
Come Firenze se malauguratamente fosse rimasta capitale
Firmare un contratto con lo Stato, lo so
Sono stato incauto, sono stato male consigliato
Ero solo, ero appena nato, in accappatoio colorato
Concentrato a non cadere folgorato dal phon nel dimenticatoio
Come Simon Lebon, o la capitale Bonn
Tempi in cui mi fidavo ancora dell'opinione pubblica
Fortuna che dopo aver visto entrare un razzo nella classe
Sono uno che dubita
Della musica
Musica, io non ti sposo
Sei ubriaca fradicia
E in più mi picchi
E quando piove mi costringi a dormire in macchina
Ma la macchina non ce l'ho
E non c'è nemmeno un bel cielo
All'addiaccio, al ghiaccio, al gelo
Dio gettami giù il tuo sacco a pelo
No, non le cinture di castità, ahi-ia
Okay, se non sai che fartene
Però piuttosto liberami da chi si tatua il nome del cantante e del partner
A meno che non faccia entrambe le cose scrivendosi addosso Dargen
Tutte queste brutte canzoni in Paradiso come ci sono entrate?
Ci vuole coraggio
Che fa sembrare un giochetto guidare a Indianapolis
Che, in effetti, è un giochetto
Se sei abituato a guidare in India e a Napoli

Niente di personale (niente di personale)
È tutto perdonato
Niente di personale (niente di personale)
È tutto perdonato
Niente di, niente di, niente di (personale) niente di perdonato
Niente di personale (è tutto perdonato)

Ieri ho guadagnato ma
Ora non so più rifarlo
Dal monte carichi si va
Diretti al Monte di Carlo
Io questo business qua
Non so mica come lo si fa
E da un monte Di Venere ricado direttamente al Monte di pietà

Ieri ho guadagnato ma
Ora non so più rifarlo
Dal monte carichi si va
Diretti al Monte di Carlo
Io questo business qua
Non so mica come lo si fa
E da un monte Di Venere ricado direttamente al Monte di pietà

Curiosités sur la chanson Monte de Dargen D'Amico

Quand la chanson “Monte” a-t-elle été lancée par Dargen D'Amico?
La chanson Monte a été lancée en 2020, sur l’album “Bir Tawil”.
Qui a composé la chanson “Monte” de Dargen D'Amico?
La chanson “Monte” de Dargen D'Amico a été composée par Jacopo D'Amico.

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