L’artista

Giunge l'inverno come le favole
Che al bimbo il padre racconterà
Un'impressione addomesticabile
Porta un timore che svanirà

Eppure ti inquieta andare a dormire
Perché c'è un freddo che può fare male
Fuori la brina semina gli aghi
E dentro te c'è desolazione, fra i roghi

Si addensa il cielo poco socievole
In bianche o grigie cupidità
La neve rende grevi le nuvole
In questa alba metallica

Eppure ti appresti a dimenticare
Quei turbamenti, costretto a sognare
Fra suoni e odori ci sono motivi
Che ti ricordano che fai parte dei vivi
Che fai parte dei vivi
Che fai parte dei vivi, dei vivi

E al limitare della grossa via
Quasi il risultato di una malia
Come in un vuoto un cambio interiore
Fa sì che il fango abbia un nuovo colore
Alle ghiacciaie dei tuoi pensieri
Giungono gli slanci della foga di ieri
Tu non ti chiedi com'è che accade
Ma il tuo istinto se ne avvede

E ritorna il tuo bel viso
Rinvigorisce la tua frenesia
Di luccichii e arcobaleni è intriso
L'armamentario della tua fantasia
Vedi le note delle tue creazioni
Tintinnare fra postini e furgoni
Pattinando sulla strada gelata
E il vento fa una frase armonizzata

E il bambino che c'è in te
Fa il fanciullino che pensai
Corre ai pascoli e alle viole
Sui bei prati della tua città
Ed è così che l'estasi dell'arte
Ancora ti aiuta a dimenticare allegramente
Che sei senza una lira

Curiosités sur la chanson L’artista de Marlene Kuntz

Quand la chanson “L’artista” a-t-elle été lancée par Marlene Kuntz?
La chanson L’artista a été lancée en 2010, sur l’album “Ricoveri virtuali e sexy solitudini”.

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