Il testamento

Stefano Iuliano

Mi pare ormai abbastanza chiaro che mi stia scadendo il disco orario
Sarò in grado di affidare i pensieri a questo diario
Mi scuso, so che non uso un gran vocabolario
E non sono mai stato bravo a parlare col cuore in mano
Ma andiamo con calma, ringrazia la mamma
È lei la creatura che ha avuto premura di darti alla luce
Farti una capanna
Se urla e s'arrabbia di certo avrai fatto il cattivo
Chi perde la calma (ricorda) di solito c'ha un buon motivo
In casa non giocare a palla, pulisci dove sporchi, rifatti la branda
Aggiusta se rompi, abbi sempre creanza, fai ciò che ti piace
Prendi una sbronza, danza da solo per tutta la stanza
Stai attento a fidarti degli altri
Ma protendi gli arti a chi non ha abbastanza
Ridi che è gratis, impugna il lapis
E scrivi le più belle poesie del mondo
Se tocchi il fondo, tienilo a mente
Qua nessun crepaccio è mai troppo profondo
Non rincorrer la felicità tanto dura un secondo, poi va scemando
Pensa soltanto a non prendere troppo sul serio sta vita
O vivrai boccheggiando
Io volevo insegnarti, come lanciare i sassi
Sopra il pelo dell'acqua, fargli fare dei salti
Metterti su una bici, sul vialetto guidarti
Quando non te ne accorgi, per incanto lasciarti
Volevo starti accanto, consolare il tuo pianto
Quando sarai uno straccio al primo cuore infranto
Non so se sarei pronto, notti insonni a cullarti
Ma lo faranno altri, non sentirai il mio canto
Vorrei starti vicino e ritornare un po' bambino
Cuscino su cuscino erigere il nostro fortino
E non fare entrare nessuno a parte noi tre
Noi re, vorrei solo poterti parlare, anche se
Non conosco neppure il tuo nome
Ma sento già il tuo odore e ascolto la tua voce
Fai pace con l'odio la rabbia è un sollievo fallace
Non serve e ti nuoce
È come una croce, respirare antrace
Un rapace affamato, una bestia feroce
Ti lascia da solo con un vuoto atroce
Non ero sicuro di averti, sapevo di volerti
Ma non vederti venire su mettere radici e crescere
Mi ha fuorviato be' tu come ti sentiresti?
Non godrò le tue recite e feste
Non sarai la mia piccola peste
Non vedrò le tempeste ormonali
Le prime proteste del bimbo che cresce

No, non ci sarò mai
Per te non sarò nemmeno un ricordo
Pezzi di me avrai
Ma niente che possa stringer nel palmo

Sono solo più vecchio
Non per questo mi aspetto di avere per certo il diritto
Di sapere che cosa sia meglio per te, perché
Non esiste cammino già scritto
Dove io svolterei può darsi che tu andresti diritto
È il bello del viaggio, non c'è percorso puoi sempre cambiare tragitto
Respingi spiegazioni facili
Quelle sono per le menti fragili
Tu coltiva i pensieri più gracili
Sarai forte più di quanto immagini
Ma ora è tardi, puoi perdonarmi, quanto ho da darti
È solo qualche verso sperso
Devo lasciarti, spero un giorno di incontrarti
Davvero in un altro universo

(Perché)
Sono stanco, resisto soltanto
Un'altra notte in bianco, nei resti rivango
Stendo inchiostro sul foglio consunto e piango
Prossimo allo schianto, tengo duro e intanto
Ti racconto franco di sto mondo quando
Saggerai la scorza vorrai tutto quanto
Mentre affondo nel cuscino ripensando
Ti amo, sì ma quanto? Non me lo domando so che è tanto

Curiosités sur la chanson Il testamento de Nemo

Qui a composé la chanson “Il testamento” de Nemo?
La chanson “Il testamento” de Nemo a été composée par Stefano Iuliano.

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