Quando Dio inventò il mondo

Quando Dio inventò il mondo
Ci si mise d’impegno
E provò a farlo di legno
Ma benché fosse nuovo di zecca
Gli sembrò una pigna secca
E, difetto ancor più brutto
Scricchiolava dappertutto

Il buon Dio pensò: “Non ha proprio un bell’aspetto”
E un difetto ancor maggiore è che fa tutto ‘sto rumore
Fu così che senza quasi aver pranzato
Sorpreso e un po’ seccato, visto quel che avea creato

Il buon Dio si grattò la testa
Rinunciò alla siesta
E fece un mondo in cartapesta
Stava per portarlo in mezzo al cielo
Quando tornò indietro
Per rifarlo in vetro

E di vetro fece i monti е il mare
Fece in vеtro i muri e i tetti e così pure i gabinetti
Ma di proteste giunse tosto un coro:
“Signor Dio, il suo lavoro, invero, è privo di decoro”
Disse Iddio: “non avrei mai immaginato
Che creare il mio creato fosse tanto complicato”
E Dio aggiunse: “Sono stufo, ma ora basta
Che vi piaccia o non vi piaccia, lo farò di terra e acqua”

Detto fatto, prese un po’ di creta
Ne leccò una fetta e creò la terra
Ma s’accorse presto con orrore
Che di tutti i mondi questo era il peggiore

Disse Iddio: “No, non va bene neanche questa terra
Voglio gente un po’ più seria, proverò un’altra materia
Non mi vanno né ‘sta terra né i terrestri
Tanto peggio per loro, da domani disfo tutto e mi rimetto al lavoro”

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